Un tempo burrascoso ha avuto principio in Parma nel giorno 15, intorno al mezzodì, per sensibile e quasi improvvisa calata di temperatura (5°C circa), per vento forte mutabile di direzione (da maestro a ponente, a levante, ecc.) per nuvolo temporalesco variabile d'aspetto e con gocce a riprese fino alle 3 ore pom. circa, balenando un lampo unico, diffuso intorno alle 2 ore.
Dopo le 4 ore ha cominciato con marcata tensione elettrica negativa, la pioggia; la quale ha proseguito, talvolta copiosa e quasi dirotta; fino a che, mista prima a falde di neve, dopo le 10 ore di sera si è mutata in copiosa neve.
Alle 11 ore di sera, la temperatura erasi abbassata a 0,1°C, cadendo da un massimo di 11,5°C intorno alle 11 antim.; e tale temperatura è rimasta stazionaria fino alle 7 antim. del 16. Il barometro, toccato un minimo di mm 750, intorno alle 5 ore del 16 ha assunto poco dopo un moto ascensionale, piuttosto rapido e continuo, sino a giungere a mm 765,5 alle 8 antim. del 17.
La burrasca di neve ha proseguito oltre la mezzanotte, con vento scemato di forza; gagliardo prima e moderato poi. Ma intorno alle ore 5 antim. del 16 ha ripreso, per mutamento moderato della neve, la pioggia, la quale è caduta fino al mezzodì circa, minuta nelle ultime ore.
L'altezza della neve, misurata alle 8 ore antim. del 16, cioè circa tre ore dopo che alla neve era seguita la pioggia, fu di cm 10. Al mattino del 16, nelle passeggiate pubbliche si vide il suolo tutto cosparso di grossi rami, in causa del soverchio peso della neve, raccoltasi in gran copia per la presenza delle foglie, imbevute anche di acqua di pioggia.
Nelle campagne circostanti alla città i danni alle piante sono stati notevoli in ispecie pei pioppi e pei gelsi; talune mostravansi anche fesse nel tronco fino a terra. Ma dalle notizie ricevute pei luoghi a sud della città e in genere dalla Via Emilia, pei colli e i monti vicini specialmente, si è potuto sapere, come straordinariamente grande sia stata la copia di neve caduta.
Si riferiscono altezze dove di 50, dove di 70 (procedendo a sud) dove di 95 cm, dove infine di 1,20 m, 1,30 m, e fin 1,50 m e di 1,60 m. La cifra di 1,20 m si riferisce a Lagrimone, 1,30 m ai colli intorno a Langhirano, 1,50 m ai monti oltre Pellegrino e infine 1,60 m al valico della Cisa e del Centocroci.
In questa parte della provincia a sud della città i danni della neve sono stati grandissimi, e si presume che in taluni luoghi si faranno sentire anche nel prossimo anno. Nel Borgotarese, per esempio, i boschi di castagni sono quasi distrutti ed il prodotto perduto totalmente per il gelo sopravvenuto.
La maggior parte delle altre piante da frutto, come peri e meli ancora carichi, sono ruinati come i castagni. Alcuni branchi di animali sono rimasti perduti o smarriti in mezzo a lontani boschi e pascoli. Anche nel Langhiranese si sono o perdute o smarrite 200 pecore.
Procedendo a nord della città e della via Emilia, la neve è caduta in quantità decrescente tanto che, per esempio, a Busseto ne era ricoperto il suolo, soltanto come per semplice brina. La maggiore intensità della burrasca pare siasi spiegata, più che sull'alta montagna appenninica, almeno fra l'Enza e la Parma, in quella linea intermedia, che si stende dal monte Caio ai monti Rusino e Scevrano.
In molte località la burrasca fu accompagnata da scariche elettriche; così fu a Pellegrino, a Borgotaro, a Lagrimone. In quest'ultimo luogo un viaggiatore che si recava a Parma fu costretto a fermarsi tre giorni; e scrive che nel 16 era quasi impossibile, per la violenza della bufera, di passare dall'una all'altra casa.
A memoria d'uomini non si ricorda in Parma una nevicata a mezzo ottobre, e soltanto si rammenta quella non lontana dell'anno 1869, ma avvenuta per poca quantità e senza danni e solo nel 28 ottobre. Anche per Borgotaro i più vecchi non ricordano simile fenomeno. Nei registri e nelle memorie stampate e scritte che trovansi all'Osservatorio, e rimontano a 70 anni circa, non c'è notizia per Parma di nevicate nell'ottobre, all'infuori della citata del 1869.Parma, 22 ottobre 1887.
(Il Direttore dell'Osservatorio di Parma)
Ricostruzione della mappa al suolo del 16 ottobre 1887 (ore 00Z)
E' evidente l'afflusso di aria fredda sul bordo orientale dell'anticiclone, sarebbe stato interessante conoscere le temperature in quota, estremamente basse per il periodo visti gli effetti sortiti.
A cura di: Meteoparma